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Ciao

Benvenuta e benvenuto nel Blog di Christian Bernieri. Sei in un posto dove riflettere e rimuginare in libertà su privacy, sicurezza, protezione dei dati personali e sui fatti che accadono nel mondo, sempre in salsa privacy. Con una tempistica assolutamente randomica, con format per nulla omogenei, con un linguaggio decisamente inappropriato, senza alcuna padronanza della grammatica e della sintassi, ti propongo articoli che nessun editore accetterebbe mai di pubblicare... Divertiti.

Perchè questo blog non è su una rivista online?

Perchè pubblico solo qui? Ho almeno tre motivi.



Primo motivo: l'etica.

Non intendo mercificare i dati dei lettori. Lo ritengo un impegno morale e professionale.

Non utilizzo tecnologie di monetizzazione del traffico sulle mie risorse, non intendo avvalermene e non intendo pubblicare i miei materiali su siti che monetizzano il traffico.

Nulla di personale ma ciascuno deve fare le proprie scelte e, soprattutto, nessuno può imporre le proprie scelte agli altri.


Mi rendo conto di essere in netta minoranza ma ritengo che, per coerenza, non si possa essere un DPO o un professionista del mondo della protezione dei dati personali e, parallelamente, pubblicare articoli, contributi e lavori su siti che monetizzano il traffico. 

Usare i dati dei lettori/visitatori per profilarli, per fare marketing mirato e per condividere tali informazioni con i data broker, non è per me accettabile.

Non credo affatto che il fine giustifichi i mezzi. Quindi, per me non è possibile scendere a compromessi con l'obbiettivo di perseguire una più ampia divulgazione e riuscire a raggiungere il grande pubblico.

O meglio, si può fare, anzi, si fa tutti i giorni, ma non con il mio aiuto.

In passato ho pubblicato articoli su diverse testate sia online che tradizionali. Mi piaceva vedere il mio nome negli headline, era molto bello far parte del mondo della comunicazione, accanto ai big del settore e apparire su blasonate testate online.

Era bellissimo vedere statistiche di lettura arrivare a cifre simili a quelle degli spettatori di un concerto rock. Lo è stato finchè non mi sono accorto della palese contraddizione che minava il significato e il valore di ciò che stavo cercando di fare pubblicando quegli stessi articoli.

Inoltre, la data economy ha sbroccato: l'introduzione dei consent-wall e dei cookie-wall ha reso lo sfruttamento del traffico moralmente improponibile e deplorevole nei casi in cui non è possibile accedere ai contenuti online senza essere profilati e mercificati.




Secondo motivo: la dignità.

In molti casi ho ricevuto fantasmagoriche offerte:

- Per favore, puoi pubblicare i tuoi articoli sulle mie testate? Mi piacerebbe molto averti in scuderia. In cambio avrai una enorme visibilità.  Ah, mi raccomando, rispetta le scadenze se no ti chiamo sul cellulare ad ogni ora massacrandoti gli zebedei.
Un affarone.






- Saremmo lieti di pubblicare i tuoi contributi ma devi rispettare questi parametri XX YY ZZ... e in cambio ti daremo 15€ a pezzo.
Un affarone al quadrato.




Non ho l'abitudine di giocare a chi ce l'ha più lungo e i numeri non mi interessano se misurano la quantità senza prendere in considerazione la qualità. Preferisco pochi lettori interessati a ciò che dico piuttosto che tanti lettori occasionali che hanno cliccato per sbaglio o sono arrivati da ammiccanti campagne di promozione dei contenuti.

Fortunatamente con la mia professione riesco a mantenermi bene, anzi, assieme ai miei collaboratori riusciamo a mantenere un totale di 8 famiglie. Non è poco.

15 euro a pezzo?
I casi sono solo due: possiamo applicare le tariffe di studio oppure lo faccio gratis. 

La carità anche no e la gavetta l'ho già fatta.

 




Terzo motivo: la libertà.

Ne ho bisogno perchè, senza, mi spengo.

Devo scrivere di ciò che voglio, quando voglio e come piace a me.
Non posso addomesticare le mie idee e non sono in grado di sottoscrivere qualcosa che non penso o in cui non credo.

Mi è intollerabile che un testo venga modificato da altri, anche se viene fatto al fine di migliorarlo oper esigenze di redazione.
 
So bene che non so scrivere, non è questo il mio mestiere e accetto volentieri lezioni di grammatica, sintassi, scrittura creativa ecc, ma non accetto di modificare a ciò che ho già scritto. Non ci riesco per la stessa ragione che mi impedisce di cancellare gli errori che ho fatto. Fanno parte di me, nel bene e nel male.




Per queste ragioni i miei articoli saranno pubblicati unicamente qui, a disposizione di tutti, senza monetizzazione del traffico, senza profilazione, accessibili anche come feed RSS e, quindi, senza nemmeno necessità di accedere al blog.

Anche le collaborazioni andranno solo in questa direzione e saranno limitate a siti o blog rispettosi dei dati personali degli utenti.

Grazie per la comprensione.